PACHIRA: GUIDA ALLA COLTIVAZIONE

I frutti di pachira si trovano solo nel suo ambiente naturaleLa Pachira fa parte della famiglia tropicale delle Bombacaceae. Il nome è originario della Guyana. È un albero originario dell’America meridionale. La sua grandezza è molto variabile. Vi sono diverse specie di Pachira,I frutti di pachira sono visibili solo nell’habitat naturale di questa pianta. Nei nostri climi la pianta rimane sempre nello stato giovanile e quindi non ne produce. Davvero un peccato! alcune sono coltivate ai tropici per i loro stupendi fiori e per i loro frutti. Solo una specie può essere coltivata da noi in serra: la Pachira Insignis (Carolinea insignis), usualmente in coltivazione nelle Indie Occidentali e nel Venezuela, In questi luoghi si presenta come un albero sempreverde che arriva all’altezza di ben 18 metri. Nel nostro paese le pachire, anche le più rigogliose non superano i 3 metri di altezza. La pianta presenta foglie palmato-digitate con dai 5 ai 7 segmenti obovati e, nelle rare volte in cui si possono vedere, con fiori ascellari con cinque petali rossi oppure violacei, stretti e lunghi, che fuori escono da un calice corto e si circondano da una grande massa di filamenti con antere bianche e stili rossi (la loro copiosità dorma addirittura una specie di pennello fitto). Sono fiori molto profumati che si aprono durante la notte o al mattino presto, ma, essendo effimeri, durano soltanto un giorno. I frutti, che purtroppo maturano solo nell’habitat naturale arrivano ad essere fitti come dei pennelli. Sono simili a piccole zucche vellutate così scure da sembrare nere, e sono divisi nell’interno in sezioni. Sono commestibili e vengono mangiati arrostiti, in alcuni paesi vengono anchesì chiamati “castagne” o “castagne selvatiche” perché il loro sapore richiama appunto quello delle castagne. L’involucro al suo interno è peloso, ma a differenza delle altre specie della famiglia delle Bombacaceae non produce fibra. In Europa la pianta viene venduta tipicamente con tre ceppi attorcigliati a treccia.

Coltivazione e manutenzione:

Fiori di pachiraLa Pachira richiede la serra calda con una temperatura minima invernale di 16-18°C e un altissimo tasso di umidità, sia nell’aria che nel terra. Il terriccio più adatto è composto da terricciato di letame fibroso e con un’alta capacità di trattenere l’umidità, meglio ancora se mischiato a terra di foglie. In queste condizioni la pianta non fruttifica e può essere mantenuta allo stadio giovanile. Le foglie, molto decorative, devono essere tenute ben pulite da residui calcarei e da polvere. La pianta deve essere tenuta all’interno della casa e non posizionata in luoghi dove riceve direttamente i raggi del sole per più di un’ora al giorno. Il sole diretto, in mancanza di un’umidità estremamente alta, ustiona le foglie in modo irreparabile, causando la morte della pianta. E’ possibile utilizzare i tanto discussi vasi a riserva d’acqua, i quali consentono di bagnare anche solo una volta al mese la pianta. Questa possibilità la rende molto adatta ad uffici e alle case degli smemorati che spesso si dimenticano di bagnare le loro piante. La moltiplicazione viene effettuata tramite margotta o talea in ambiente confinato, con calore di fondo e un’altissima umidità, quindi principalmente in serra. Di seguito un breve riepilogo delle operazioni di manutenzione e di alcuni consigli utili.

COME E QUANTO BAGNARE:

In media una volta ogni tre o quattro giorni. Infilare un dito nella terra del vaso e bagnare solo se il terriccio non risulta umido nei primi due centimetri di profondità. Meglio utilizzare acqua priva di calcare o acqua piovana. E’ inoltre possibile utilizzare un vaso a riserva d’acqua che consente di bagnare la pianta anche solo una volta al mese.

COME POTARE:

Potare se necessario secondo le normali tecniche indicate nella nostra pagina potature.

CHE VASO USARE:

Il vaso migliore, non solo per la pachira, deve avere un diametro almeno pari ad un quarto dell’altezza della pianta. Se la vostra pachira è alta due metri, scegliete un vaso di diametro di 45-50 centimeri. Un vaso a riserva d’acqua è un’ottima soluzione.